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Aggiornamento 11 Aaprile 2008
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CARTONACCI
DI
Pellerito
Flavio giovedì
17 aprile 2008 dalle ore 17.30 in HOUSE GALLERY, via Sant'Agnese 12,
MILANO
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CARTONACCI
Milano 2 aprile 2008
Il Pellerito, con questa mostra, fa il suo ingresso
perentorio nell’eresia della Pop Art. La Pop Art non è arte popolare. Mentre eresia è un'opinione gravemente errata o
comunque discordante dalla tesi più accreditata riguardo un certo argomento. Eresia è
anche la capacità di sfruttare le idee forti del proprio tempo per rileggerle
sotto altre chiavi, mettendone in luce aspetti non previsti. Nella tradizione, la Pop Art è una figlia contesa dalla
pubblicità e dal design, dalla produzione industriale e dagli stereotipi della
cultura di massa; l’arte popolare, la traduzione letterale di Pop Art, non fa
parte della famiglia. Ciò nonostante, le immagini di Marylin o di Mao, le
zuppe Campbell’s o le bottiglie di Coca Cola, sono icone della Pop Art che
rappresentano il Ventesimo secolo, come lo hanno rappresentato Guernica,
Hiroshima e Nagasaki, Dien Bien Phu, la Cortina di Ferro, l’8 marzo, la Caduta
del Muro, i Beatles, i Nirvana. Soprattutto simboli.
Cartonacci,
l’opera del Pellerito che viene presentata e mostrata in questa sede, si
appropria di una idea cara a questo nuovo millennio:il
recupero e il riuso.
Cartonacci è una
raccolta di opere, dipinti e sculture, che utilizzano il cartone recuperato
nelle discariche. Nel caso dei dipinti (Tratti Discontinui), riutilizzato
come supporto, per le sculture (Popolo di Carta) come struttura. Viene tuttavia da chiedersi se abbia senso di
parlare di recupero, quando si tratta di rielaborazione del materiale originario. In parte no, e in questo consiste l’eresia. Da imballo , da contenitore diventa altro, che non
ha più bisogno di un contenuto per
esistere. Il cartone esiste per se, senza dover essere scatola, ma per
le sue qualità di intrinseche di lavorabilità, di resistenza, di materia. Il Pellerito, nel suo percorso eretico, riutilizza
del materiale che andrebbe in discarica, finirebbe riutilizzato probabilmente
come supporto per i quotidiani e per altre scatole e imballi o, al peggio,
bruciato (scusate, termovalorizzato).
Cosa c’è di più popolare, soprattutto in questo
momento storico, dei rifiuti: un tema popolare e impopolare al tempo stesso. Eccoci allora ritornati all’inizio di queste poche
righe, l’eresia della Pop Art. Ma è più facile illustrare l’aspetto tecnico della
loro realizzazione, che affrontare il discorso perché, tutto sommato, l’arte, in toto, porta in sé il germe
dell’eresia.
I dipinti di Cartonacci
oltre al supporto, sono rivestiti da ritagli di giornale, decorati con motivi
geometrici in rilievo, colorati con colori acrilici e per ultimo coperti da una
vernice protettiva a base acquosa. Le sculture usano lo stesso materiale, vengono assemblate
con colla a caldo e in parte colorate con colori acrilici. Il cartone
utilizzato è in parte da imballo di colore marrone e in parte cartone del tipo
destinato alla merce da banco, con messaggi illustrativi del prodotto
contenuto. In questo secondo caso, il cartone non viene ulteriormente dipinto,
ma vengono lasciati in evidenza i segni originali. Tratti Discontinui
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